Monitorare andamento attività di team building

Team building: 5 ragioni per cui è importante monitorare l’andamento delle attività.

L’attività di team building è sempre un momento speciale nella vita di un’azienda. Chi ne organizza con finalità meramente ludiche, per far divertire i partecipanti e permettere a tutti di stare bene insieme, staccando la spina dalla routine lavorativa quotidiana. Chi preferisce abbinare un tema all’attività, cercando di generare un impatto diverso sui partecipanti e con l’intenzione di renderla un’esperienza formante a tutti gli effetti. Chi invece abbina l’attività di team building a dei percorsi di formazione ancora più strutturati, con il chiaro intento di mettere in pratica metaforicamente quanto si è appreso. 

Insomma, qualunque sia il caso, l’attività di team building si pianifica, si organizza, si fa e poi finisce. E quando finisce giunge il momento di raccogliere le sensazioni dei partecipanti. Secondo noi di CoreFAB ci sono almeno 5 ragioni per cui deve essere considerato fondamentale intervistare le persone al termine di un’attività di team building. 

Indice gradimento attivita di team building
Lo staff di Tecnomat compila il sondaggio al termine della versione natalizia di #Foodietales

Monitorare il comportamento dei partecipanti consente di valutare l’efficacia dell’attività di team building. Analizzando le risposte e le reazioni, è possibile comprendere se gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti e se l’esperienza ha avuto un impatto positivo sulla coesione e la collaborazione del team. Attenzione, non si tratta meramente di comprendere l’indice di gradimento dell’attività, ma di porre una serie di domande che possano permetterci di verificare quale sia stata l’interpretazione che le persone hanno avuto dell’attività svolta. E farne seguire una corretta interpretazione. 

Osservare il comportamento delle persone fornisce preziose informazioni su quali elementi dell’attività di team building hanno avuto maggior successo e quali potrebbero essere migliorati. Questi dati consentono di adattare e ottimizzare le strategie future, creando esperienze più personalizzate e mirate. In questo caso, non stiamo parlando tanto degli organizzatori (che in ogni caso non possono prescindere dal monitoraggio delle proprie attività), ma ancora delle risorse dell’azienda. Ogni questionario, se ben posto, può fornire preziose informazioni su quello che potrà essere organizzato, con ancora più successo, in futuro. 

L’analisi del comportamento post-attività può rivelare nuove dinamiche di gruppo e individuare talenti o leadership emergenti. Capire come le persone si relazionano e emergono in situazioni di team building può essere un indicatore utile per lo sviluppo del talento e la pianificazione successiva delle risorse umane. Non dimentichiamo infatti quanto l’attività di team building possa essere considerata, sempre e comunque, un potentissimo rompighiaccio capace di rimescolare le carte in gioco, capace quindi di rimodulare i ruoli definiti dall’organigramma. L’attività di team building è un “palco” sul quale le persone tornano ad essere semplicemente se stesse, dimenticando ciò che ogni giorno fanno in azienda. 

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Lo staff di Chromavis Fareva compila il questionario al termine di una sessione di #Orienteering

Tracciare il comportamento dei partecipanti, interpretando le risposte consegnate, aiuta a misurarne il livello di coinvolgimento e motivazione. Questi dati forniscono informazioni vitali sulla soddisfazione complessiva e sull’entusiasmo del team, elementi cruciali per mantenere un ambiente di lavoro positivo e produttivo. Ma anche utilissimo agli organizzatori così come ai referenti aziendali con cui si organizza l’attività, per progettare scenari futuri sempre più adatti alle dinamiche del gruppo di colleghi, dei propri team di lavoro. 

Presentare dati concreti sul comportamento post-attività attraverso report strutturati consente ai professionisti delle risorse umane e ai manager aziendali di comunicare chiaramente i risultati ottenuti. E permette alla risorse in azienda di attribuire un valore concreto alle attività organizzate. In altre parole, è anche un modo molto semplice e inequivocabile per fidelizzare il proprio team, il proprio gruppo di colleghi, trovando nuovi spunti per aprire dibattiti e cercare di rendere sempre più inclusivo l’ambiente di lavoro. 

Noi di CoreFAB la pensiamo così. E cerchiamo di fare del nostro meglio per ottenere dati interessanti ogni anno. Come? Intervistando tutti i partecipanti alle nostre attività, con un questionario unico, anonimo e online, che viene proposto a tutti, indipendentemente dall’attività svolta. Un questionario, quindi, che di anno in anno viene aggiornato, ma solo al termine di un’attenta valutazione dei dati raccolti, degli scenari analizzati. Con quale scopo? Quello di aiutare le aziende che hanno bisogno di fare una scelta; le aziende che per la prima volta ci fanno una richiesta; le aziende che pensano già di sapere molto sui propri colleghi ma rimangono sorprese dall’esito inaspettato di un questionario, semplice ma chiaro, come il nostro. 

Ecco i finali raccolti nel 2023: https://www.corefab.it/survey/
Ci risentiamo tra un anno per capire come sono cambiate le cose!

Lo staff di CoreFAB

#siamotuttiindispensabili

Foto: www.unopuntoquattro.it

Come scegliere attività di team building

10 cose da sapere prima di scegliere l’attività di team building ideale per la tua azienda.

Se pensavi che organizzare attività di team building per i tuoi colleghi fosse una cosa semplice, ti suggeriamo un decalogo di riflessioni, prima di fare la tua scelta. O meglio ancora, prima di contattare CoreFAB o una qualunque altra azienda che abbia come scopo principale l’organizzazione di attività di team. Non pretendiamo di esaurire la quantità di riflessioni possibili. Questi spunti, tuttavia, potrebbero essere un buon inizio.

Definisci gli obiettivi dell’attività di team building. Qual è la ragione per cui vorresti organizzare un’attività di team building? Cosa vuoi ottenere dall’attività? Cosa vorresti ottenere dai partecipanti? Migliorare la comunicazione, aumentare la fiducia, stimolare la creatività, ragionare sul senso di appartenenza? Queste domande e le relative risposte aiuteranno noi (il fornitore) a suggerire l’attività più adatta; aiuteranno voi (il cliente) a circoscrivere l’ambito d’azione dell’intervento. Meglio che gli obiettivi siano pochi, chiari e raggiungibili. Un team che raggiunge un risultato insieme è un team soddisfatto. Un team che più facilmente potrà trasferire quanto imparato durante l’attività, nel proprio ambiente di lavoro. 

indoor team building idee
Arval durante una sessione di #YourBodyIsAPercussion all’UCI Cinemas di Firenze

Considera le dinamiche di squadra già esistenti e le personalità dei membri del team. Quanto è profonda la tua conoscenza del team? Quanto è profonda la tua conoscenza delle singole persone che compongono quel team? Una delle principali ragioni per cui ti poniamo queste domande è che, molto spesso, le attività di team building sono organizzate a squadre. Le squadre devono essere equilibrate ed eterogenee. Senza pensare, almeno per una volta, all’organigramma aziendale. 

Scegli una data e un orario che siano convenienti per la maggior parte dei partecipanti. Assicurati di pianificare l’evento in modo che non interferisca con scadenze critiche o periodi di picco di lavoro. E ricordati di contemplare anche i tempi necessari per raggiungere la destinazione da parte di tutti.

Scegli attività di team building che siano adatte agli obiettivi e alle dimensioni del tuo team. Può trattarsi di giochi, attività all’aperto, sessioni di formazione, o una combinazione di queste. Se stai facendo un brief con il tuo fornitore, chiedi sempre le ragioni per cui ti stiamo facendo una proposta piuttosto che un’altra. L’attività di team building non è un soprammobile con colore e forma definiti. Si tratta piuttosto di un’attività di cui conosci l’inizio, ma non sempre la fine. Pertanto, anche ideare gli scenari conclusivi potrebbe essere un dettaglio importante per la tua organizzazione.

Seleziona una posizione appropriata e assicurati che sia accessibile a tutti i partecipanti. Considera anche la logistica, come il trasporto, l’alloggio e le strutture disponibili. Che si noleggi un transfer, o si faccia car-pooling, non sottovalutare le opzioni disponibili per inquinare il meno possibile. 

Se le attività richiedono una guida, assicurati di avere facilitatori capaci di condurre il gruppo. Questi possono essere membri interni con competenze specifiche o professionisti esterni specializzati in team building. Per fare questa scelta, è importante interrogarsi su quale potrebbe essere l’esito dell’attività, ma anche un possibile prosieguo futuro. Se l’attività di team building diventasse qualcosa di abituale, potrebbe trasformarsi in un rituale per i tuoi colleghi, generando grandi aspettative ogni qualvolta ne proporrai. E questo rituale potrà contribuire, nel suo piccolo, al perfezionamento di una cultura aziendale che mette le persone al centro. 

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Chromavis Fareva alla fine di una sessione di #Orienteering a Selva di Clusone (BG)

Chiedi al fornitore quale sia il suo modo per raccogliere feedback sull’attività, sull’esperienza fatta. E come tu possa utilizzare questi dati per riflettere su quanto farai in futuro. Per riflettere insieme ai tuoi colleghi, su quale possa essere un buon modo per organizzare una prossima esperienza. 

Comunica chiaramente i dettagli dell’evento, compresi gli obiettivi, la data, l’orario, la posizione e qualsiasi altra informazione importante. Assicurati che tutti i partecipanti siano ben informati e siano a conoscenza di cosa aspettarsi. E non dimenticare di offrire informazioni adeguate sul vestiario più adatto a godersi l’attività insieme. Soprattutto per i casi in cui l’esperienza sarà all’aperto, in natura. 

Stabilisci un budget definito per l’evento. Per l’intero evento, non solo per l’attività di team building che ti proporremo. Quando avrai deciso quale budget dedicare all’evento, o all’attività di team building, non condividerlo subito con il fornitore. Ti sembrerà assurdo che un’azienda come la nostra ti suggerisca un comportamento simile, ma questa scelta ha un perché e non è affatto controproducente, nemmeno per noi. Preferiamo preoccuparci di creare percorsi di crescita che eventi singoli. Chiedi al fornitore un racconto chiaro  di esperienze in scenari simili al tuo. E prova a progettare un percorso più ampio per la tua organizzazione. Il beneficio sarà maggiore e il budget che avevi previsto potrebbe essere modificato in base a quelle che saranno le principali esigenze della tua organizzazione. 

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Met durante una sessione di #TrainYourTeam sul Lago di Pusiano, Merone (CO)

L’attività di team building può essere un momento spensierato e divertente per te e i tuoi colleghi. Un momento tanto felice da dimenticare eventuali dissapori per generare un nuovo clima. Approfitta di questo stato di benessere momentaneo per rimediare ad alcune situazioni. O per trasmettere, alla fine, dei messaggi importanti: la soglia dell’attenzione potrebbe essere più alta e la percezione del tuo messaggio migliore, rispetto allo stesso messaggio ascoltato da dietro la scrivania.

Ecco: non è tutto, ma è molto. Ordina questo decalogo come preferisci e preparati a fare la tua richiesta. Non avere fretta. Faremo del nostro meglio per rispondere a tutte le tue domande. Così come per raggiungere tutti i tuoi obiettivi. 

Marco Menoncello

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Team building sull acqua

Team building sull’acqua – come scegliere attività e location adatte anche a chi ha paura dell’acqua?

Team building sull’acqua – come scegliere attività e location adatte anche a chi ha paura dell’acqua?

C’era una volta una persona, di circa 45 anni, che non sapeva nuotare. Questa persona, impiegata da oltre sette anni in una nota multinazionale, di questo “limite” non fece mai parola con i suoi colleghi. Proprio mai. Finché un giorno arrivò dal People Manager dell’azienda un invito che non si poteva rifiutare. E che avrebbe “costretto” questa persona a meditare su una possibile soluzione. Quell’invito suonava più o meno così:

“Buongiorno colleghi.
Vi comunico ufficialmente che il giorno X, presso la sede Y, a partire dalle ore Z, siete invitati ad una giornata di team building aziendale sul lago Pinco Pallino, dove al termine di una serie di giochi all’aria aperta ci concederemo una lunga traversata in canoa, pagaiando insieme. Per l’occasione ricordiamo a tutti di indossare vestiario comodo e di portarsi un cambio e una borraccia d’acqua.”

Canoa? Pagaia? Lago? Acqua? “Oddio, io non so nuotare”, avrebbe concluso, terrorizzata, quella persona. Come avrebbe mai potuto partecipare all’attività di team building con i colleghi e, soprattutto, prendere il largo in canoa?

team building Lago di Pusiano con Corefab
Lo staff di COREFAB sul lago di Pusiano con i packraft (canoe gonfiabili) di Tracciatrekking.

Stiamo esemplificando, ovviamente. E anche un po’ estremizzando. L’idea è quella di immedesimarsi in quella persona che invece di essere entusiasta di vivere un’esperienza di team building coi colleghi, si trova in imbarazzo, in difficoltà, perché spaventata all’idea di non saper gestire la situazione. L’aneddoto potrebbe sembrare di fantasia: vi assicuriamo che non lo è. E oltre a confermare che si tratti di un episodio vero, nemmeno tanto isolato, possiamo anche rassicurarvi: quella persona, come tutte le altre che hanno provato le attività di team building di Corefab in natura, e in particolare sull’acqua, sono “sopravvissute”. 🙂 E hanno scelto spontaneamente di navigare un bacino d’acqua con canoa, pagaia e giubbotto salvagente. Pur non sapendo nuotare. Così sorpassando del tutto quel timore iniziale; quel senso di disagio avvertito al momento del fatidico invito. 

Com’è successo? Come è stato possibile? Per rispondere a queste domande dobbiamo fare una premessa. Al di là delle profezie di coach e formatori, nessuno di noi è un “supereroe”. Almeno non come quelli di Stan Lee. Nessuno di noi è in grado di prevedere lo stato d’animo di quella particolare persona nel momento in cui si sente spaventata all’idea di dover sorpassare un proprio limite. Ci sono tuttavia delle scelte, dalle quali noi di Corefab non possiamo prescindere, che possono mettere le persone a loro agio. Nelle condizioni di poter andare oltre; oltre quell’ostacolo mentale. Con la certezza empirica che laddove quelle persone sorpassassero con soddisfazione i propri limiti, saranno le prime a sentirsi supereroi, generando energia sufficiente per se stessi e per gli altri, e così contaminando il gruppo con il proprio entusiasmo. .

Ora che la premessa è fatta, torniamo alla domanda: come ci siamo riusciti? Scegliendo le persone giuste per organizzare le attività; scegliendo la location ideale e sicura affinché chiunque potesse sorpassare i propri limiti, le proprie paure; e assicurandosi che qualunque delle nostre attività, qualunque dei nostri format, fosse adatto anche per principianti. E parlando di persone giuste, crediamo che il migliore approfondimento possibile su questo tema lo possano offrire Paolo e Maddalena (con cui abbiamo già parlato in questo articolo), accompagnatori di media montagna di Tracciatrekking e responsabili di tutte le attività in natura di Corefab società benefit.

Le attività in acqua affascinano tutti. Rimangono uno dei nostri cavalli di battaglia e i clienti ne fanno spesso richiesta. Grazie a packraft, canoe e altri mezzi, siamo sempre riusciti a far navigare tutti. Allora vi chiedo, quali sono i requisiti minimi necessari che un bacino d’acqua deve avere per essere adatto a tutti. Anche ai principianti?

Paolo: deve avere acque basse e tranquille ed essere circondato da un ambiente calmo. È importante avere un accesso all’acqua, come un pontile o una spiaggetta dove posizionarsi con le imbarcazioni ed entrare facilmente in acqua.

Team building Corefab con TracciaTrekking
Marco Menoncello e Paolo Guarisco preparano le rotte per la prossima attività di team building in acqua

Perché il Lago di Pusiano, oggi presidio fisso delle attività organizzate da Corefab con il supporto di Tracciatrekking, è un bacino ideale? Ci raccontate qualcosa di più su questa piccola meraviglia a soli quaranta minuti di auto da Milano?

Paolo: il lago di Pusiano rappresenta un vero gioiello incastonato nella cornice delle Prealpi lecchesi e del Triangolo lariano, una cornice che favorisce la buona riuscita di una giornata tra colleghi. L’acqua è limpida e poco profonda. Il lago è balneabile e non è permesso navigare con barche a motore. L’ambiente naturale, inoltre, è tranquillo e ricco di canneti e fauna acquatica. Non da ultimo, è presente un’isola che può essere raggiunta e circumnavigata anche da chi ha poca esperienza in acqua.

Nella domanda precedente abbiamo citato per la prima volta il packraft. Di cosa si tratta esattamente e perché è un mezzo ideale per chiunque voglia approcciarsi per la prima volta a questa attività?

Paolo: il packraft è un’imbarcazione monoposto gonfiabile, leggera e facilmente trasportabile. Già dalla prima scivolata sull’acqua si ha la sensazione di essere a proprio agio, perfettamente integrati nell’ambiente naturale. Il fondo piatto dà un senso di stabilità che permette anche ai principianti di pagaiare in tutta tranquillità. È perfetto per l’esplorazione della zona costiera e dei canneti, ma anche adatto ad una sfida tra colleghi!

idee team building in canoa vicino a Milano
Alcuni clienti in acqua sul Lago di Pusiano, Merone (CO)

Capita alle volte che i clienti chiedano di fare attività come gare con moto ad acqua, canyoning, sci nautico. Perché queste attività è difficile che siano assimilabili ad attività di team building? 

Maddalena: le attività che hai citato sono sicuramente piacevoli, ma nonostante si possano svolgere con i colleghi sono individuali. Credo che un’esperienza autentica di team building in acqua richieda di uscire dall’ottica della performance e di sposare la dimensione della lentezza. L’attività in acqua, secondo noi, deve avere le caratteristiche della “sfida dolce”, un approccio soft che è sì sfidante, ma allo stesso tempo distensivo, in modo da creare le basi e il clima che favoriscono le relazioni e il confronto tra colleghi.

Se ci si dà il tempo e l’occasione di staccare dalle preoccupazioni quotidiane per fare spazio ad una nuova esperienza, questa ha un potenziale più alto.

Con riferimento alla domanda precedente, quanto è importante l’elemento tempo, nel senso di durata dell’esperienza? E’ vero che in alcuni casi il poco tempo a disposizione potrebbe trasmettere un senso di delusione soprattutto se non si è riusciti a completare l’esperienza? Ci fai qualche esempio? 

Maddalena: pur non essendoci tempi morti, è fondamentale dedicarsi uno spazio adeguato, non tanto per migliorare il gesto tecnico o per andare più lontano, ma per darsi il tempo di assaporare a pieno l’esperienza in tutte le sue parti, dal briefing tecnico, ai primi tentativi, all’assimilazione dei gesti, permettendole di realizzare le sue potenzialità a livello di singolo e di gruppo. Al contrario vediamo come tempi troppo limitati non concedano all’esperienza di lavorare a livello più profondo, rischiando di circoscrivere il tutto ad un’esperienza con connotazione totalmente diversa.

Ci capita spesso di iniziare l’attività osservando davanti a noi volti preoccupati o tesi e di vederli gradualmente più rilassati durante la giornata. Per noi è una grande soddisfazione approcciarsi a persone che non erano entusiaste all’idea di entrare in acqua e a cui, un paio d’ore dopo, abbiamo dovuto raccomandare di non allontanarsi troppo!

Ogni anno la primavera e l’estate arrivano. E si annunciano sempre più calde. E le richieste aumentano. Aziende che vogliono fare esperienze in natura, aggiungendo dove possibile l’elemento acqua. Soprattutto dopo aver scoperto la qualità del bacino di Pusiano e visto le straordinarie foto delle attività che organizziamo in quell’area. Quale equipaggiamento e vestiario possono consigliare due professionisti con la vostra esperienza?

Maddalena: l’abbigliamento deve essere comodo e leggero, vista la possibilità che possa bagnarsi. Se non si possiedono scarpette specifiche per gli scogli è possibile indossare delle scarpe da ginnastica ed è necessario avere un cambio completo a riva. Portare sempre con sé dell’acqua e una barretta energetica e lasciare a terra o in un contenitore stagno (di cui comunque Corefab è sempre provvisto) gli effetti personali. 

Da non dimenticare la crema solare e un cappellino, anche se la giornata non è particolarmente soleggiata.

Bene. Ora abbiamo qualche elemento in più per capire come affrontare queste esperienze. Per non averne paura. Per imparare ad affrontare tutto con il giusto entusiasmo. E se non sapeste nuotare, nessun problema: qualcuno sarà sempre al vostro fianco. E se riusciste a fare qualche pagaiata anche solo a pochi metri da riva, promettiamo che il fotografo vi immortalerà come se foste stati nel mezzo dell’Oceano Pacifico. Così da poter raccontare ad amici e parenti la straordinarietà della vostra impresa: “supereroi” fatti e finiti! 🙂

Marco Menoncello, con la collaborazione di Paolo Guarisco e Maddalena Brivio.

Foto: www.unopuntoquattro.it

Orienteering idee.per team building in Lombardia

Orienteering – la competenza dell’orientamento necessaria all’esplorazione di nuovi “percorsi”. In natura come in azienda.

Orientarsi è sempre stato importante. Se persone come Marco Polo, Cristoforo Colombo o Ernest Shackleton non avessero allenato la competenza dell’orientamento difficilmente avrebbero trovato, rispettivamente, nuove rotte commerciali, l’America o la strada per la salvezza. Iniziamo da casi estremi, per raccontare tuttavia quanto anche la più semplice pratica dell’orienteering (una delle attività di team building ancora più richieste) sia adatta per supportare il processo di consolidamento di un team di colleghi in azienda. Questa attività all’aria aperta combina elementi di esplorazione, strategia, problem-solving e cooperazione, creando un ambiente ideale per migliorare le dinamiche di gruppo e le relazioni tra i membri del team. Non ci credete? Proviamo ad approfondire.

Collaborazione e comunicazione

L’orienteering richiede una comunicazione efficace tra i membri del team per coordinare gli sforzi nella ricerca di punti di controllo o obiettivi. Affrontare insieme sfide, prendere decisioni rapide e scambiarsi informazioni sono elementi cruciali per completare con successo i percorsi di orienteering. Questa attività incoraggia la collaborazione, aiutando i colleghi a sviluppare competenze di comunicazione più solide e a imparare a lavorare insieme in modo più efficiente.

Team building corefab .Fiducia e coesione del team
Il team di Medi-Market consulta una mappa di #orienteering al Pian dei Resinelli – luglio 2023

Leadership e pianificazione

Durante l’orienteering, i membri del team devono assumersi ruoli di leadership (nonché le relative responsabilità) per guidare il gruppo verso gli obiettivi comuni. La capacità di pianificare strategie, assegnare compiti e prendere decisioni informate è fondamentale per raggiungere i punti di controllo in modo efficiente. Questa attività offre ai partecipanti l’opportunità di sviluppare e affinare le loro competenze di leadership, incoraggiando il lavoro di squadra e la fiducia reciproca.

Team building Leadership e pianificazione
Il team di Medi-Market, durante la prova di #orienteering, cerca le lanterne la faggeta del Parco del Valentino – luglio 2023

Problem-solving e creatività 

L’orienteering presenta una serie di sfide e ostacoli che richiedono comunque creatività e problem-solving. I membri del team devono lavorare insieme per individuare le soluzioni più efficaci, adattandosi a situazioni mutevoli e trovando percorsi alternativi per raggiungere gli obiettivi. Questa pratica aiuta i partecipanti a sviluppare la capacità di affrontare problemi complessi in modo collaborativo e innovativo.

Fiducia e coesione del team

Superare le sfide durante l’orienteering crea un senso di realizzazione condivisa e aumenta la fiducia dei membri del team nelle proprie capacità e in quelle dei colleghi. Condividere esperienze positive all’aperto aiuta a creare legami più forti tra i membri del team e a rafforzare il senso di appartenenza all’azienda. La fiducia reciproca e la coesione del team sono elementi fondamentali per affrontare con successo le sfide lavorative quotidiane.

Orienteering Problem solving e creativita
Una collaboratrice di Witailer segnala il ritrovamento di una lanterna durante l’attività #TrainYourTeam sul Lago di Pusiano

Gestione dello stress e adattabilità

L’orienteering richiede di operare in ambienti nuovi e spesso imprevedibili. Affrontare situazioni sconosciute e imparare a gestire lo stress e le pressioni durante l’attività aiuta i partecipanti a sviluppare una maggiore adattabilità e resilienza. Queste qualità sono fondamentali per affrontare il cambiamento e le sfide nel contesto lavorativo.

E la scelta di concludere con il tema dell’adattabilità non è stata affatto casuale. A pensarci bene il tema dell’adattabilità è connaturata a qualunque esperienza di team building. Se, come detto in questo altro nostro articolo, circa il 30% delle persone è titubante all’idea di affrontare insieme un’esperienza simile con i colleghi, è anche perché riconosce che per parteciparvi (e stare nel gruppo) sarà sempre necessario dotarsi di grande spirito di adattamento. La necessità di allenarsi in gruppo, all’imprevisto, a nuove condizioni e sfide, è quanto mai fondamentale nel mondo del lavoro moderno, nel quale tutti (e dico proprio tutti) cerchiamo di orientarci per trovare soluzioni che possano essere rilevanti sia economicamente, sia per il benessere personale.

Marco Menoncello

Foto: Unopuntoquattro.it

Cose da sapere prima di unescursione in alta quota

Evento aziendale sulla neve? I nostri suggerimenti. 

Evento aziendale sulla neve? I nostri suggerimenti. 

Ipotizziamo uno scenario. Uno scenario altamente verosimile. Il vostro capo, il vostro HR director o chi per esso, ha deciso di organizzare l’evento di fine anno (o di inizio anno nuovo) sulla neve. Una o due notti pernottando in un bellissimo hotel accogliente, a due ore da Milano, a pochi minuti dalle piste. È previsto un meeting per il primo giorno, pranzi e cene, un po’ di relax. E poi, rullo di tamburi, un’esperienza all’aria aperta, un’attività di team building nella neve. Che fosse una novità o meno, qualcuno in ufficio avverte un attimo di panico. Ci si chiede cosa si farà. Ci si chiede soprattutto come ci si dovrà vestire, organizzare, attrezzare. Domande più che lecite, assolutamente ragionevoli. Soprattutto per chi non va in montagna abitualmente. Men che meno con la neve. E che ci crediate o no, stando alla nostra esperienza, si tratta di una grande fetta dei nostri clienti. 

Abbiamo allora deciso di fare alcune domande a Paolo Guarisco e Maddalena Brivio, i nostri Accompagnatori di Media Montagna (AMM) e responsabili di tutte le attività outdoor organizzate da Corefab. Da quelle più semplici a quelle più sfidanti, estive ed invernali. E allora chiediamo a loro qualche informazione in più, con lo scopo di partire tranquilli. Non solo con le cose giuste nel nostro trolley, ma anche con qualche suggerimento interessante per affrontare una qualunque prova all’aperto, in un clima ben diverso da quello cittadino.  

Iniziamo da Paolo. Iniziamo proprio dal clima. Spesso ci si concentra solo sul fatto che il clima, a 1600 così come a 2000 metri, sarà semplicemente più freddo. Sbagliato: il clima potrebbe anche essere più mite del previsto. Perché? E quali considerazioni dobbiamo fare sapendo che, in montagna, il clima è diverso da quello al quale siamo abituati?

Esatto! Il clima in alta quota in inverno non è solo una questione di temperatura. Ci sono altri fattori che influenzano la nostra percezione del freddo e la capacità del nostro corpo di adattarsi alle diverse condizioni. 

Ad esempio, durante una nevicata, difficilmente le temperature potranno essere molto basse.

Da non sottovalutare invece la rigidità di temperatura che possiamo trovare in una giornata soleggiata. La presenza del sole, seppur piacevole, ci espone inoltre ad un forte irraggiamento.

Un discorso a parte lo merita il vento, che è in grado di influire in modo considerevole sulla nostra percezione del freddo, attraverso il fenomeno denominato wind chill.

Per fare un esempio, con una temperatura di -5° e vento intorno a 20 km all’ora, la temperatura percepita dal nostro corpo sarà pari a -12°.

Prima di partire è sempre bene dare un’occhiata alle previsioni meteo, considerando tutti i fattori citati.

Da sinistra, Marco, Paolo e Maddalena alla fine di un’attività sulla neve a Gressoney (AO) – dicembre 2022

Chiedo ancora a te, Paolo. Prima di parlare di come attrezzarsi o come vestirsi, vorremmo sapere perché dovremmo attrezzarci o vestirci in modo particolare. Di norma, cosa possono prevedere le nostre attività outdoor? Quanto durano? 

Un abbigliamento e un’attrezzatura adeguati ci permettono di far fronte alle diverse condizioni climatiche.

Il primo obiettivo è di non far scendere la temperatura corporea, proteggendo in particolare mani, piedi e testa dal freddo, ma anche dall’umidità, considerando il tipo di attività che andiamo a svolgere.

Se, ad esempio, ci aspetta uno spostamento con le ciaspole, è meglio non coprirsi in modo eccessivo e avere sempre un indumento nello zaino che servirà durante le soste per evitare quindi un repentino raffreddamento del corpo.

Se invece l’attività è più statica, non dobbiamo aver paura di coprirci troppo. Potremmo stare all’aperto per 2-3 ore circa.

Un’accortezza relativa al raffreddamento delle mani può essere quella di non toccare oggetti metallici (bastoncini, pale da neve) senza guanti e, in caso si dovessero togliere i guanti per qualche momento, consigliamo di tenerli all’interno della giacca.

Paolo, quali requisiti deve avere quell’area che potrà essere scelta da Corefab per diventare teatro di un’attività di team building di gruppo sulla neve? Come fate ad identificare e riconoscere gli spazi giusti e, soprattutto, a verificare che siano sicure per tutti, anche per i principianti?

Quando si identifica un’area montuosa dove l’azienda vorrebbe trascorrere un paio di giorni e svolgere un’attività di team building, è sicuramente importante valutare le caratteristiche della struttura ricettiva, ma è altrettanto fondamentale identificare nelle vicinanze un percorso adeguato all’attività da svolgere.

La prima valutazione che viene fatta è relativa a:

  • quota, per ridurre al minimo il rischio di non trovare neve in un determinato periodo dell’anno.
  • pendenza del terreno, per agevolare la progressione anche ai meno esperti
  • esposizione del versante, per godere di temperature più miti
  • tempistica dell’attività
  • presenza di impianti di risalita o di un accesso stradale
  • vicinanza dell’albergo o di un rifugio/ristorante in quota

Tutti questi aspetti, unitamente ad un equipaggiamento adeguato, contribuiscono alla buona riuscita dell’attività di team building.

Perché, quindi, è importante attrezzarsi e vestirsi bene?

Per sentirsi a proprio agio durante lo svolgimento dell’attività all’aria aperta, indipendentemente dalle condizioni climatiche. Scaldati dal sole o avvolti da una bella nevicata, la giornata con i colleghi sarà comunque piacevole!

Ora chiedo a Maddalena, un consiglio per tutti, uomini e donne, esperti o meno di montagna: quali sono gli elementi irrinunciabili nel proprio vestiario, per affrontare l’esperienza sulla neve e ricordarla con piacere? 

L’abbigliamento ideale è quello a strati: intimo termico, pile o maglione, giacca impermeabile con cappuccio. Sono inoltre indispensabili scarponi impermeabili e caldi, guanti e berretto.

Non dimentichiamo di portare uno strato caldo in più (l’ideale sarebbe un piumino) da indossare quando non camminiamo.

Se i partecipanti hanno qualche dubbio rispetto all’adeguatezza di un capo o prevedono di effettuare un acquisto, possono contattarci per avere dei consigli.

Ancora una domanda, Maddalena: quanto invece al nostro zainetto? Cosa non dobbiamo assolutamente dimenticare? 

Partiamo proprio dallo zaino, dal contenitore: pratico, di piccole/medie dimensioni. Dovrà contenere:

  • occhiali da sole, anche se il cielo è coperto. Ricordiamoci inoltre di stendere sul viso un po’ di crema solare ad alta protezione per evitare scottature.
  • una barretta e qualcosa da bere. Per me è irrinunciabile un thermos con una bevanda calda!

Infine, non dimentichiamo una buona dose di entusiasmo! La bellezza dell’ambiente innevato e il coinvolgimento di tutto il team renderanno questa esperienza unica!

Gli accompagnatori di media montagna di Corefab, Paolo e Maddalena, durante un evento autunnale in Lombardia.
Marco Menoncello