Monitorare andamento attività di team building

Team building: 5 ragioni per cui è importante monitorare l’andamento delle attività.

L’attività di team building è sempre un momento speciale nella vita di un’azienda. Chi ne organizza con finalità meramente ludiche, per far divertire i partecipanti e permettere a tutti di stare bene insieme, staccando la spina dalla routine lavorativa quotidiana. Chi preferisce abbinare un tema all’attività, cercando di generare un impatto diverso sui partecipanti e con l’intenzione di renderla un’esperienza formante a tutti gli effetti. Chi invece abbina l’attività di team building a dei percorsi di formazione ancora più strutturati, con il chiaro intento di mettere in pratica metaforicamente quanto si è appreso. 

Insomma, qualunque sia il caso, l’attività di team building si pianifica, si organizza, si fa e poi finisce. E quando finisce giunge il momento di raccogliere le sensazioni dei partecipanti. Secondo noi di CoreFAB ci sono almeno 5 ragioni per cui deve essere considerato fondamentale intervistare le persone al termine di un’attività di team building. 

Indice gradimento attivita di team building
Lo staff di Tecnomat compila il sondaggio al termine della versione natalizia di #Foodietales

Monitorare il comportamento dei partecipanti consente di valutare l’efficacia dell’attività di team building. Analizzando le risposte e le reazioni, è possibile comprendere se gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti e se l’esperienza ha avuto un impatto positivo sulla coesione e la collaborazione del team. Attenzione, non si tratta meramente di comprendere l’indice di gradimento dell’attività, ma di porre una serie di domande che possano permetterci di verificare quale sia stata l’interpretazione che le persone hanno avuto dell’attività svolta. E farne seguire una corretta interpretazione. 

Osservare il comportamento delle persone fornisce preziose informazioni su quali elementi dell’attività di team building hanno avuto maggior successo e quali potrebbero essere migliorati. Questi dati consentono di adattare e ottimizzare le strategie future, creando esperienze più personalizzate e mirate. In questo caso, non stiamo parlando tanto degli organizzatori (che in ogni caso non possono prescindere dal monitoraggio delle proprie attività), ma ancora delle risorse dell’azienda. Ogni questionario, se ben posto, può fornire preziose informazioni su quello che potrà essere organizzato, con ancora più successo, in futuro. 

L’analisi del comportamento post-attività può rivelare nuove dinamiche di gruppo e individuare talenti o leadership emergenti. Capire come le persone si relazionano e emergono in situazioni di team building può essere un indicatore utile per lo sviluppo del talento e la pianificazione successiva delle risorse umane. Non dimentichiamo infatti quanto l’attività di team building possa essere considerata, sempre e comunque, un potentissimo rompighiaccio capace di rimescolare le carte in gioco, capace quindi di rimodulare i ruoli definiti dall’organigramma. L’attività di team building è un “palco” sul quale le persone tornano ad essere semplicemente se stesse, dimenticando ciò che ogni giorno fanno in azienda. 

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Lo staff di Chromavis Fareva compila il questionario al termine di una sessione di #Orienteering

Tracciare il comportamento dei partecipanti, interpretando le risposte consegnate, aiuta a misurarne il livello di coinvolgimento e motivazione. Questi dati forniscono informazioni vitali sulla soddisfazione complessiva e sull’entusiasmo del team, elementi cruciali per mantenere un ambiente di lavoro positivo e produttivo. Ma anche utilissimo agli organizzatori così come ai referenti aziendali con cui si organizza l’attività, per progettare scenari futuri sempre più adatti alle dinamiche del gruppo di colleghi, dei propri team di lavoro. 

Presentare dati concreti sul comportamento post-attività attraverso report strutturati consente ai professionisti delle risorse umane e ai manager aziendali di comunicare chiaramente i risultati ottenuti. E permette alla risorse in azienda di attribuire un valore concreto alle attività organizzate. In altre parole, è anche un modo molto semplice e inequivocabile per fidelizzare il proprio team, il proprio gruppo di colleghi, trovando nuovi spunti per aprire dibattiti e cercare di rendere sempre più inclusivo l’ambiente di lavoro. 

Noi di CoreFAB la pensiamo così. E cerchiamo di fare del nostro meglio per ottenere dati interessanti ogni anno. Come? Intervistando tutti i partecipanti alle nostre attività, con un questionario unico, anonimo e online, che viene proposto a tutti, indipendentemente dall’attività svolta. Un questionario, quindi, che di anno in anno viene aggiornato, ma solo al termine di un’attenta valutazione dei dati raccolti, degli scenari analizzati. Con quale scopo? Quello di aiutare le aziende che hanno bisogno di fare una scelta; le aziende che per la prima volta ci fanno una richiesta; le aziende che pensano già di sapere molto sui propri colleghi ma rimangono sorprese dall’esito inaspettato di un questionario, semplice ma chiaro, come il nostro. 

Ecco i finali raccolti nel 2023: https://www.corefab.it/survey/
Ci risentiamo tra un anno per capire come sono cambiate le cose!

Lo staff di CoreFAB

#siamotuttiindispensabili

Foto: www.unopuntoquattro.it

Come scegliere attività di team building

10 cose da sapere prima di scegliere l’attività di team building ideale per la tua azienda.

Se pensavi che organizzare attività di team building per i tuoi colleghi fosse una cosa semplice, ti suggeriamo un decalogo di riflessioni, prima di fare la tua scelta. O meglio ancora, prima di contattare CoreFAB o una qualunque altra azienda che abbia come scopo principale l’organizzazione di attività di team. Non pretendiamo di esaurire la quantità di riflessioni possibili. Questi spunti, tuttavia, potrebbero essere un buon inizio.

Definisci gli obiettivi dell’attività di team building. Qual è la ragione per cui vorresti organizzare un’attività di team building? Cosa vuoi ottenere dall’attività? Cosa vorresti ottenere dai partecipanti? Migliorare la comunicazione, aumentare la fiducia, stimolare la creatività, ragionare sul senso di appartenenza? Queste domande e le relative risposte aiuteranno noi (il fornitore) a suggerire l’attività più adatta; aiuteranno voi (il cliente) a circoscrivere l’ambito d’azione dell’intervento. Meglio che gli obiettivi siano pochi, chiari e raggiungibili. Un team che raggiunge un risultato insieme è un team soddisfatto. Un team che più facilmente potrà trasferire quanto imparato durante l’attività, nel proprio ambiente di lavoro. 

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Arval durante una sessione di #YourBodyIsAPercussion all’UCI Cinemas di Firenze

Considera le dinamiche di squadra già esistenti e le personalità dei membri del team. Quanto è profonda la tua conoscenza del team? Quanto è profonda la tua conoscenza delle singole persone che compongono quel team? Una delle principali ragioni per cui ti poniamo queste domande è che, molto spesso, le attività di team building sono organizzate a squadre. Le squadre devono essere equilibrate ed eterogenee. Senza pensare, almeno per una volta, all’organigramma aziendale. 

Scegli una data e un orario che siano convenienti per la maggior parte dei partecipanti. Assicurati di pianificare l’evento in modo che non interferisca con scadenze critiche o periodi di picco di lavoro. E ricordati di contemplare anche i tempi necessari per raggiungere la destinazione da parte di tutti.

Scegli attività di team building che siano adatte agli obiettivi e alle dimensioni del tuo team. Può trattarsi di giochi, attività all’aperto, sessioni di formazione, o una combinazione di queste. Se stai facendo un brief con il tuo fornitore, chiedi sempre le ragioni per cui ti stiamo facendo una proposta piuttosto che un’altra. L’attività di team building non è un soprammobile con colore e forma definiti. Si tratta piuttosto di un’attività di cui conosci l’inizio, ma non sempre la fine. Pertanto, anche ideare gli scenari conclusivi potrebbe essere un dettaglio importante per la tua organizzazione.

Seleziona una posizione appropriata e assicurati che sia accessibile a tutti i partecipanti. Considera anche la logistica, come il trasporto, l’alloggio e le strutture disponibili. Che si noleggi un transfer, o si faccia car-pooling, non sottovalutare le opzioni disponibili per inquinare il meno possibile. 

Se le attività richiedono una guida, assicurati di avere facilitatori capaci di condurre il gruppo. Questi possono essere membri interni con competenze specifiche o professionisti esterni specializzati in team building. Per fare questa scelta, è importante interrogarsi su quale potrebbe essere l’esito dell’attività, ma anche un possibile prosieguo futuro. Se l’attività di team building diventasse qualcosa di abituale, potrebbe trasformarsi in un rituale per i tuoi colleghi, generando grandi aspettative ogni qualvolta ne proporrai. E questo rituale potrà contribuire, nel suo piccolo, al perfezionamento di una cultura aziendale che mette le persone al centro. 

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Chromavis Fareva alla fine di una sessione di #Orienteering a Selva di Clusone (BG)

Chiedi al fornitore quale sia il suo modo per raccogliere feedback sull’attività, sull’esperienza fatta. E come tu possa utilizzare questi dati per riflettere su quanto farai in futuro. Per riflettere insieme ai tuoi colleghi, su quale possa essere un buon modo per organizzare una prossima esperienza. 

Comunica chiaramente i dettagli dell’evento, compresi gli obiettivi, la data, l’orario, la posizione e qualsiasi altra informazione importante. Assicurati che tutti i partecipanti siano ben informati e siano a conoscenza di cosa aspettarsi. E non dimenticare di offrire informazioni adeguate sul vestiario più adatto a godersi l’attività insieme. Soprattutto per i casi in cui l’esperienza sarà all’aperto, in natura. 

Stabilisci un budget definito per l’evento. Per l’intero evento, non solo per l’attività di team building che ti proporremo. Quando avrai deciso quale budget dedicare all’evento, o all’attività di team building, non condividerlo subito con il fornitore. Ti sembrerà assurdo che un’azienda come la nostra ti suggerisca un comportamento simile, ma questa scelta ha un perché e non è affatto controproducente, nemmeno per noi. Preferiamo preoccuparci di creare percorsi di crescita che eventi singoli. Chiedi al fornitore un racconto chiaro  di esperienze in scenari simili al tuo. E prova a progettare un percorso più ampio per la tua organizzazione. Il beneficio sarà maggiore e il budget che avevi previsto potrebbe essere modificato in base a quelle che saranno le principali esigenze della tua organizzazione. 

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Met durante una sessione di #TrainYourTeam sul Lago di Pusiano, Merone (CO)

L’attività di team building può essere un momento spensierato e divertente per te e i tuoi colleghi. Un momento tanto felice da dimenticare eventuali dissapori per generare un nuovo clima. Approfitta di questo stato di benessere momentaneo per rimediare ad alcune situazioni. O per trasmettere, alla fine, dei messaggi importanti: la soglia dell’attenzione potrebbe essere più alta e la percezione del tuo messaggio migliore, rispetto allo stesso messaggio ascoltato da dietro la scrivania.

Ecco: non è tutto, ma è molto. Ordina questo decalogo come preferisci e preparati a fare la tua richiesta. Non avere fretta. Faremo del nostro meglio per rispondere a tutte le tue domande. Così come per raggiungere tutti i tuoi obiettivi. 

Marco Menoncello

#siamotuttiindispensabili

Foto: www.unopuntoquattro.it

Fabio Columbano lavora con Corefab

Skill Games, così abbiamo conosciuto Fabio, il nostro corrispondente sardo

Intervista a Fabio Columbano

Eravamo nella sala meeting di www.corefablocation.it.

Da una parte sedeva Fabio, dall’altra noi di Corefab s.r.l. società benefit. La ragione dell’incontro era interessante per entrambi: Fabio voleva aggiungere alla sua realtà un ventaglio di attività di team building.

Noi cercavamo un partner affidabile ed entusiasta per indirizzare le nostre attività anche alle aziende sarde.
Ognuno di noi aveva buone idee da mettere in gioco, per attivare l’ennesima nuova e curiosa collaborazione. E così è stato, in uno scenario diverso a dire il vero (la Puglia) e con un fondo d’investimento piuttosto noto in Italia (Ambienta sgr s.p.a. di Nino Tronchetti Provera).

Un evento di successo, di cui vi parleremo più avanti.

Più avanti perché oggi vorremmo raccontarvi di Fabio, del suo percorso, della sua C&D Formazione Manageriale, dei suoi principali colleghi: poiché anche questo è stato, e sarà per certo, un intreccio di successo che entrambi vogliamo vivere e perseguire. Con passione ed entusiasmo.

1) Fabio, dico bene o dico giusto?

Dici bene…e giusto, Marco. L’idea del team building (specialmente in outdoor visto che abito in un paradiso chiamato Sardegna) mi frulla in testa da un po’ di tempo.

Cercavo solo un partner serio e qualificato per passare dall’idea all’azione. Il caso ha voluto che a un corso di Public Speaking, organizzato da me a Milano in primavera, abbia partecipato Chiara Marelli di Corefab.

Sentita la sua presentazione, alla prima pausa, le ho proposto un caffè. A questa prima breve chiacchierata, è seguito un incontro nella sede di Corefab qualche settimana dopo. Di lì a poco eravamo già al lavoro per il team building di Ambienta SGR Spa.

2) C&D Formazione Manageriale, quando e come nasce? E soprattutto, perché?

C&D Formazione manageriale nasce nel 2009 su mia iniziativa e del mio ex-socio Giovanni Degortes. Entrambi consulenti del lavoro, volevamo offrire ai nostri clienti (ma non solo) una formazione che facesse crescere loro come imprenditori e, parallelamente, le loro aziende. Nel 2014 le nostre strade professionali hanno preso due direzioni diverse e sono diventato l’unico socio.Tracciamo percorsi per arrivare lontano e, da oggi, la tua azienda può farlo insieme a noi.

3) Chiunque capiti sul tuo sito web rimane affascinato dall’idea del format Fuoriclasse. Ce lo racconti?

Fuoriclasse® | I segreti della motivazione (che è un marchio registrato) nasce una bella domenica d’inverno mentre ero in giro in kayak, in Sardegna. (Parentesi: credo che le idee migliori mi siano venute proprio facendo sport).

Bene, avevo appena letto un libro di Malcolm Gladwel, giornalista e sociologo canadese dal titolo quasi omonimo: “Fuoriclasse | Storia naturale del successo”. Libro che andava ad indagare le vite di tanti personaggi di successo quali campioni dello sport, geni della scienza, virtuosi della musica o businessman milionari. Da qui l’idea di progettare un format di seminari sulla motivazione contraddistinto dalla presenza di un testimonial da intervistare in aula.

A Luglio di quell’anno (era il 2013), partivamo con il primo appuntamento in compagnia di Gavino Sanna, il pubblicitario inventore delle celeberrime campagne per “Mulino Bianco” e Barilla (Dove c’è Barilla, c’è casa), solo per citarne alcune. Personaggio straordinario che ci ha conquistato con mille aneddoti legati agli anni d’oro della TV commerciale.

A seguire, due titani (sempre sardi) dello sport come Gigi Datome e del jazz come Paolo Fresu. Gigi, proprio in quei giorni, firmava il suo primo contratto per giocare in NBA coronando il sogno di una vita. L’emozione e l’entusiasmo – anche di amici e familiari presenti in aula – erano palpabili. Negli anni a seguire, altri ospiti d’eccezione hanno accolto il nostro invito. Rimando al nostro sito per chi volesse approfondire.

4) Perché oggi dovremmo investire tanto nella direzione della formazione?

A questa domanda, rispondo con una citazione illustre “Se la conoscenza può creare problemi, non è certo con l’ignoranza che possiamo risolverli” (Isaac Asimov)

5) Noi di Corefab ripetiamo spesso che #siamotuttiindispensabili: chi sono gli “indispensabili” del tuo team?

Gli indispensabili del mio team sono Gianni, Irma e Virginia. E poi, i miei partner in un’altra avventura imprenditoriale sempre nella formazione come Marta e Massimo. Ma – sullo stesso piano – indispensabili sono i corsisti e le aziende che in tanti anni sono passati per le nostre aule premiandoci con la loro fiducia.

6) Il 3 ottobre scorso abbiamo vissuto la prima esperienza di team building insieme, progettando un percorso di Skill Games Outdoor molto divertente e performante. Al di là dell’attività (di cui parleremo prossimamente) cosa hai visto “dietro le quinte”?

Il 3 Ottobre ho avuto la fortuna di vivere un’esperienza straordinaria a Borgo Egnazia nel team building organizzato per Ambienta SGR Spa. Ho visto all’opera dei professionisti di altissimo profilo come le nostre guide, i nostri fotografi e un team builder come te, da cui ho solo da imparare.

7) Una domanda personale, se possiamo: cosa sognavi fare o essere da bambino? Potevi in qualche modo prevedere questo esito?

Da bambino, come tanti coetanei cresciuti negli anni Settanta, sognavo di fare il calciatore. Sicuramente non immaginavo che un giorno mi sarei occupato di formazione (e ora anche di team building) con una mia organizzazione.

Tra l’altro, essendo figlio di due dipendenti statali, sarebbe stato più “normale” il posto fisso. Ruolo che ho ricoperto per tredici anni, dopo il diploma. Ma che, evidentemente, non era in linea con le mie ambizioni. A questo proposito, ho sorriso nel vedere il film “Quo vado?” di Zalone sul mito italiano del posto fisso.

8) E ora andiamo in Sardegna, il tuo habitat naturale, con una domanda attuale: qual è lo stato dell’arte attuale dell’impresa locale italiana? Quali misure stanno prendendo gli imprenditori per resistere al momento? La formazione che ruolo ha in queste aziende?

Credo che, in questo momento storico, il giudizio sull’impresa impresa italiana sia troppo condizionato dagli ultimi due eventi che ci hanno coinvolto: pandemia e guerra.

Certo è che le PMI rappresentano uno dei punti di forza del nostro Paese e che, anche in queste condizioni difficili, riescono a generare valore e occupazione.

Per parare il colpo aspettando tempi migliori credo che una delle armi da mettere in campo sia – ove è possibile – la razionalizzazione dei costi e una gestione oculata dei conti senza però rinunciare al marketing e alla promozione. Se dicessi di investire in formazione, sembrerei di parte.

Ma questo lo penso sempre e comunque: gli anglosassoni parlano di “life-long-learning”. Ecco, anche noi dovremmo fare questo salto culturale: apprendere e sviluppare competenze di continuo, sia nei momenti di crisi che in quelli di massimo sviluppo.

9) Se potessi offrire un consiglio ad un imprenditore italiano, quale sarebbe?

Non essere mai pigro di fronte alla possibilità di conoscere cose nuove.

Marco Menoncello
www.corefab.it