Immaginate un team di colleghi che usa una corda lunga, lunghissima, per tenersi insieme. Poi abbandona quella stessa corda, giusto per capire quanto sia importante il valore di quell'unione. Attraverso un'esperienza di teambuilding in natura, lo stesso gruppo di persone esplora l'importanza del contatto umano in caso di estrema necessità. Ancora, tenendosi insieme, e usando la corda per costruire un riparo.
Più tardi lo stesso team viene catapultato sulle Ande peruviane, assistendo all'interpretazione di una storia vera, toccante, dove una corda, ahimè, viene tagliata per la ricerca di una soluzione audace, coraggiosa. Forse folle, ma straordinaria. Alla fine una corda, un'altra corda tagliata in tanti pezzettini, ritorna nelle mani del team, di tutti i colleghi.
Ognuno con il suo pezzo compone un piccolo nodo cappuccino, per ricordare che tutti rimarremo legati, sempre, grazie ai percorsi che stiamo facendo, abbiamo fatto o faremo insieme. Così che non avremo più paura. E potremo essere più coraggiosi. Pronti a qualunque insidia, opportunità, cambiamento.
E così si creava un cerchio, un nuovo cerchio: il "cerchio del coraggio" di ABB.